Chi trova un progettista europeo trova un tesoro.
Ormai è noto: l’europrogettista è una figura professionale in ascesa. Il suo ruolo è di far crescere le associazioni, le aziende e le amministrazioni pubbliche che decidono di si affidarsi alle sue qualità, per captare i fondi europei e destinarli ai progetti più svariati.
Cercare soldi europei e scrivere un progetto è diventato un mestiere e un’opportunità lavorativa. Per accedere ai bandi di Horizon 2020, pacchetto comunitario da 80 miliardi per la ricerca e l’innovazione, o ai 14,7 di Erasmus Plus, gli enti pubblici, le aziende e le associazioni cercano l’europrogettista, esperto nei programmi europei non solo in grado di orientarsi nella giungla dei fondi diretti erogati dalla Commissione, o tra quelli indiretti, gestiti da autorità nazionali e regionali, ma anche di occuparsi dell’ideazione e stesura del progetto e della delicata fase di gestione e rendicontazione.
Aziende, associazioni, enti pubblici sono sempre alla ricerca di fonti di finanziamento per sostenere le proprie attività. Il ruolo del progettista europeo è di trovare il bando più coerente con l’esigenze del cliente, predisporre la domanda di finanziamento e presentare il progetto.
Quanto guadagna un progettista europeo ?
Fondamentalmente il progettista europeo è un libero professionista che mette a disposizione di privati, amministrazioni pubbliche, università, agenzie di sviluppo, enti di formazione e ricerca, le proprie competenze e conoscenze. Per quanto riguarda le possibilità di guadagno, solitamente si lavora a progetto e si stabilisce un pagamento per il lavoro vero e proprio a cui si aggiunge il riconoscimento di una percentuale, solitamente intorno al 25-30%, sulla cifra assegnata nel caso in cui il progetto vada a buon fine e si ottengano i fondi europei. Il progettista può anche essere assunto da un ente ha uno stipendio assimilabile a quello del lavoro dipendente, in media 1500/1800 euro mensili.
“Se vi state chiedendo come si fa a diventare Europrogettista, ecco tutte le informazioni. ”
“Nonostante non vi sia un percorso ufficialmente riconosciuto, noi consigliamo di cominciare con un corso base e di aggiungere poi tanta, ma tanta, ma tantissima, pratica sul campo.”